Anna B. è un'attrice con una carriera avviata, un film da girare in Corea e una dannata paura di volare. L'aviofobia, ereditata dal padre come una malattia, ha condizionato la sua vita, la relazione con la figlia che vuole volare a Stanford e con la sua agente che vuole 'spedirla' oltre i confini della fiction nazionale. Abortito l'ultimo volo, (si) è costretta a terra e ai piccoli compromessi delle cose terrene. Ma capirà molto presto che giù dallo schermo non ci sono controfigure e qualche volta tocca buttarsi. Decide allora di iscriversi a un corso per aggirare le sue strategie di evitamento. Uno stage antistress per accendere i motori e finalmente decollare.
In ogni film è possibile reperire quella che potremmo definire "la sequenza di DNA", una successione di informazioni che fa luce su un'opera attraverso le sue fonti d'ispirazione, i suoi modelli.
Quelli di Volare, debutto alla regia di Margherita Buy, affondano nell'immaginario cinematografico di Carlo Verdone (Maledetto il giorno che ti ho incontrato) e di Giuseppe Piccioni (Fuori dal mondo), di Ferzan Özpetek (Le fate ignoranti) e di Nanni Moretti (Mia madre), ma l'evidenza più flagrante è rintracciabile nelle performance di Buy. Una partitura di gesti che la rende in maniera provocatoria più autrice dei suoi film dei suoi autori.
Questa mescolanza di riferimenti è a immagine di una sceneggiatura che identifica il nocciolo indistruttibile di un'attrice che attraversa il cinema italiano come un fiume tranquillo, qualche volta tormentato, a seconda dell'umore.
Volare, commedia senza ali "felice di stare quaggiù", è quello che resta per sempre, intatto e identico, di Margherita Buy. L'espressione genica da cui tutto riparte, la matrice della sua creazione. Va al cuore dei suoi personaggi l'attrice, mettendosi in scena con un nome che fa eco a Zavattini (Umberto D) e rima con una parabola esistenziale sbilanciata dalla parte del sorriso.
Per la sua prima volta da regista, Margherita Buy non resiste alla tentazione di raccontare quello che conosce meglio, 'quella' che conosce meglio. Nei passi avanti della sua eroina ci sono evidentemente i suoi, c'è una donna che ride dei suoi abbagli, consapevole che affermare i propri difetti è ancora il modo migliore di attenuarli.
Musa e presenza luminosa degli autori che invita idealmente 'a tavola', soltanto Giuseppe Piccioni fa presenza fisica, rompe indugi e camicia di forza per farsi autrice del suo 'gioco' pieno di pudore, humour e una sollecitudine che sembra infinita. La maniera 'in apprensione' di Margherita Buy è qualcosa che vorremmo abbracciare e confortare e di cui non potremmo mai fare a meno, è la firma di questa silhouette bionda che sembra sempre altrov
Isolatevi dal mondo e venite a sognare
con Tutti all'...Opera!
Via Papa Giovanni XXIII, 5/F - Opera
Viale Lombardia, 53 - Rozzano
Via A. Gramsci, 2 - P. Borromeo